Percorriamo insieme quattro “Strade blu” di Berlino con colonna sonora

L’enorme offerta culturale che Berlino garantisce è sicuramente nota, con particolare riferimento al patrimonio museale che in questo mio contributo vorrei allargare con 4 Musei un po’ fuori dalle rotte ordinarie!

Certo, chi visita Berlino non può mancare di vedere almeno uno dei musei dall’ Isola dei Musei o, se amanti dell’arte contemporanea, perdersi nelle sale dell’ Hamburger Bahnhof o del Martin Gropius Bau.

Ma Berlino non manca mai di sorprendere e anche all’interno del panorama museale ed espositivo ci sono delle “specialità” che fanno di questa città un luogo unico e sempre vibrante…A volte anche per la sua provocatorietà!

 

Opera dell'artista Ben Eine all'interno del Museo della street art Urban Nation

 

Anni fa usciva un libro scritto da Least Heat-Moon dal titolo “Strade Blu”, divenuto best seller, che celebrava una tendenza oggi ormai affermata: quella del viaggio fuori dall’ordinario, lasciando le strade note e veloci, pubblicizzate e spesso eccessivamente commercializzate o affollate (sottraendo l’anima dai luoghi e di chi li vive) per percorrere le cosiddette strade blu, che negli Usa sono le strade a bassa percorrenza, le provinciali, dove si va con calma, ci si gode il panorama e si possono incontrare persone e luoghi del quotidiano che possono essere davvero speciali.

Un po’ il viaggio di chi vuole smettere di essere “turista”, cercando di sfuggire ai “soliti highlights” elencati nelle guide, innegabilmente pregevoli, ma spesso non sufficienti a dare una narrazione completa ed esaustiva di una città, della sua storia e della complessità culturale.

Quando arrivai a Berlino avevo già visto in viaggi precedenti molte delle locations più famose e nel giro di qualche mese ho fatto poi il giro dei musei principali (non tutti) per poi iniziare a guardare piú attentamente, seguendo anche le mie personali passioni.

Le “Strade Blu” della città mi hanno portato a scoprire alcuni luoghi davvero unici, che sono diventati parte della mia geografia emozionale legata alla cultura di questa cittá.

Per questo condivido con voi 4 di questi luoghi, gli altri ve li racconterò di persona!

Partiamo dai luoghi più rock’n’roll (mi scuserete l’etichetta un po’ demodè) :

 

Museo dei Ramones

(Song suggerita : “Sheena is a punk rocker”)

Entrata del Ramones Museum

Un luogo dedicato agli amanti del rock più “sonoro” e genuino, per chi ama le storie di viaggio e musica… e ovviamente per chi ama i Ramones!

Il Museo fu fondato nel settembre 2005 da Flo Hayler in Kreuzberg, prima location del Museo, dove furono portate alcune scatole di memorabilia e una chitarra nelle stanze umide di uno scantinato, aperto gratuitamente solo nei weekend.

Sfrattati dal padrone di casa, i nostri si muovono nella seconda location a Mitte, poco distante dalla Nuova Sinagoga e grazie al passaparola il progetto giunge alle orecchie di Arturo Vega, che nel 2008 verrà a Berlino a dare una mano per creare il vero e proprio Museo!

Molti contributi arriveranno da figure fondamentali della band : oltre al già menzionato Arturo Vega parteciperanno anche Monte A. Melnick, che fu il loro tour manager oltre che l’autore del libro “On The Road With The Ramones”, Danny Fields, manager del gruppo che ha concesso ai fondatori del Museo accesso al suo immenso archivio di immagini, oggetti e, ovviamente, storie…

Senza dimenticare l’aiuto dato da alcuni membri della famiglia e dello stesso CJ Ramone, bassista della band.

Insomma, autorevoli figure che certo avevavo respirato la stessa aria e vissuto l’intero percorso della band molto da vicino!

Nel marzo del 2017 il Museo si muove per la terza volta, tornando a Krezberg, poco lontanto dalla East Side Gallery, dove tutto era iniziato!

Ma cosa troverete nelle stanze del museo?

Qualcosa di molto più intimo di qualsiasi Hard Rock Café, te lo posso assicurare!

Sarai accompagnat* nelle stanze dai powerchords delle canzoni dei Ramones mentre farai un viaggio dal 1974 al 1996, decenni di musica e tours, immersi in posters, fotografie mai pubblicate, flyers e cartelli, memorabilia, abiti di loro concerti, chitarre e amplificatori, lettere e testi delle loro canzoni…

E oggetti provenienti direttamente dal set del film “Rock’n’Roll Highschool”, una pietra miliare della storia dei Ramones!

Il tutto potrai godertelo sorseggiando un buon caffé (o una birra), dal momento che il museo è anche un ottimo bar!

“Hey, ho, let’s go!!!”

Ramones Museum: Weserstraße 159, 12045 Berlino

 

 

Urban Nation

(Song suggerita : Perry Gou, “Starry Night”)

Installazione all'interno di Urban Nation, il museo della street art

Rimanendo nell’ambito dell’arte più provocatoria e fuori dagli schemi, a Berlino non manca ovviamente una scena di Street Art particolarmente vibrante, dalle molteplici tendenze e con molte locations dove gli artisti posso esibire anche opere prodotte in Atelier…

Ebbene sì, molti street artists non creano opere esclusivamente per i muri e le strade delle città, sono spesso artisti multidisciplinari che fanno ricerca visiva e producono opere anche molto complesse!

A Berlino molte Gallerie offrono a questi artisti spazi dove lavorare ed esporre, quali Urban Spree, Haus Schwartzenberg, Kust Quartier Bethanien, per citarne alcuni, ma dal 2017 nella Bülow strasse al numero 7 troverete l’ Urban Nation, un “museo” della Street Art che dell’idea tradizionale di museo ha ben poco : è un progetto dalle numerose sfaccettature, dove accanto alle opere di artisti della scena mondiale della Street Art troverete anche progetti partecipativi aperti al quartiere, residenze per artisti con a disposizione piú di 1000 metri quadri di atelier e stanze dove vivere e lavorare, momenti di incontro e scambio all’insegna del motto “Connect. Create. Care.”

Il progetto del museo nasce già nel 2013, proprio con lo scopo di connettere artisti da tutto il mondo, inviati a Berlino per il progetto “One Wall”, che sarà il primo passo verso l’apertura del Museo vero e proprio.

Da allora molto è accaduto nelle stanze dell’edificio ma anche e soprattutto nei muri della strade circostanti, che non smettono di raccontare una delle più entusiasmanti esperienze di arte contemporanea partecipativa!

All’interno delle stanze del museo troverete opere di un gran numero di celebrità della Street Art non solo berlinese, ma mondiale: Berlin Kids, 1UP, Case McLaim, C215, Sandra Chevrier, JR e la lista potrebbe continuare per pagine!

Due nomi credo meritino di essere citati : il primo è quello di Martha Cooper, straordinaria fotografa che dal 1970 ha cominciato a documentare l’evoluzione della street art a New York, raccontando attraverso le sue fotografie, il suo instancabile camminare, chiacchierare (e anche rischiare, guardate questo video con 1UP!!!) con i/le protagoniste/i tutto il movimento della Street Art! L’Urban Nation ha dedicato gli spazi espositivi a lei, raccogliendo fondi per il mantenimento della straordinaria libreria/archivio!

L’altro nome fondamentale è quello Yasha Young, curatrice e direttrice del Museo dalle origini fino all’ottobre del 2019, instancabile motore dell’intero progetto la quale, dopo l’inaugurazione disse “Abbiamo costruito l’Urban Nation e l’Urban Nation ha costruito noi!

“It’s done! Let’s Rock!” (Yasha Young)

Urban Nation: Bülowstr. 7, 10783 Berlino

 

Museo di Scienze Naturali

(Song consigliata : Brian Eno “An Ending”)

 

Interno del Naturkundemuseum, il museo di scienze naturali di Berlino

Foto Ilja.nieuwland CC BY 3.0

 

Ok, abbandoniamo il rock’n’roll per parlare di un luogo decisamente diverso, ma vi posso assicurare che all’ingresso della sala dedicata ai dinosauri è difficile non avere brividi!

Il Museum für Naturkunde è certamente uno spazio impressionante: fin dal vostro arrivo vi troverete davanti ad un meraviglioso palazzo dei primi anni dell’ 800, per poi accedere alle sale interne e tuffarvi in uno dei più ampi ed esaustivi musei di ricerca dedicati all’evoluzionismo e alle scienze naturali.

Il museo vanta una impressionante collezione di più di 30 milioni di reperti, in esposizione per il pubblico o a disposizione dei ricercatori di tutto il mondo.

Fondato nel 1810 dall’Università di Berlino, oggi Humboldt Universität, ha raccolto nei più di 2 secoli di storia la sua collezione, oggi divisa in 3 grandi istituti: zoologia, mineralogia e paleontologia, a loro volta divisi in diverse aree tematiche, tra le quali la già citata sala dei dinosauri, la cui celebrità è Tristan Otto, un colossale scheletro di T-Rex, attualmente in vacanza nel Museo di Storia Naturale di Copenhagen, ma che tornerá a Berlino nel 2022, poi una sala dedicata al cosmo e al sistema solare, con esperienze interattive, una collezione di insetti e parassiti provenienti da tutto il mondo e la famosa collezione di campioni di animali sotto vetro, conservati e visibili oggi anche dal pubblico.

Queste sono solo alcune delle aree che potrete vedere, ma c’è molto di piú!

Come anticipavo, il Museo da molto tempo ha anche una ampia offerta di esperienze partecipative, dialoghi aperti, workshop per visitatori di tutte le età sui più svariati argomenti: in questi mesi i curatori hanno dedicato una serie di eventi dedicati alla scienza e alle teorie pseudoscientifiche e inoltre, un interessante progetto chiamato “Laboratory of Dreams” dedicato all’attivismo politico e sociale di questi ultimi anni, in special modo orientati al movimento ecologista “Friday for Future”.

Insomma, ancora una volta un Museo che sfugge un po’ ai cliché e che entra in contatto diretto con il pubblico e lo coinvolge anche su temi contemporanei.

Per acquistare i biglietti online: Museum für Naturkunde

 

C/O Berlin

(Song consigliata : Dave Brubeck, “Take Five”)

 

Insegna della galleria d'arte C/O

 

C/O non è un vero e proprio museo, bensí una galleria d’arte visuale e fotografica dalla storia densa di grandi eventi che merita un posto in questa breve rassegna, anche perché nel 2020 avrebbe dovuto festeggiare i suoi 20 anni, celebrazioni purtroppo rese difficili dalla pandemia in corso.

La fondazione no-profit nasce nel 2000 appunto, grazie al lavoro del fotografo Stephan Erfurt, del designer Marc Naroska e dell’architetto Ingo Pott.

Il lavoro che i 3 fondatori si ripromettono di fare è ambizioso: aprire uno spazio di diffusione culturale del linguaggio visivo e fotografico, offrendo uno spazio aperto e accessibile e, allo stesso tempo, creare un luogo di ricerca e promozione per i nuovi giovani artisti internazionali.

La galleria inizia la sua vita negli spazi affascinanti e decadenti del vecchio uffico delle Poste di Oranienburgerstrasse, nel quartiere di Mitte, a pochi metri dalla Nuova Sinagoga.

In questo meraviglioso spazio il progetto si realizza in pieno: nei 20 anni di esistenza di questo luogo sono state realizzate meravigliose mostre di fotografe e fotografi fondamentali, tra i quali Annie Leibovitz, Martin Parr, Robert Mapplethorpe, Anton Corbijn, Peter Lindbergh, Irving Penn, Gregory Crewdson, giusto per citarne alcuni.

Accanto a questi eventi il lavoro di sostegno dei giovani talenti è fondamentale: un concorso con tanto di pubblicazione, uno spazio per la ricerca e la possibilità di far conoscere il proprio lavoro a livello internazionale grazie ai cataloghi.

A questo si aggiunge anche l’aspetto pedagogico interattivo che la galleria offre a giovani e meno giovani, dove grazie a una serie di workshop, seminari e visite guidate alle mostre in calendario, i fruitori possono approfondire le conoscenze sul linguaggio fotografico, sulla tecnica, sul lavoro dei media intorno all’immagine, tema fondamentale in questi ultimi decenni.

Oggi la C/O si trova in un altro spazio storico, seppure più giovane : la Amerika Haus, edificio costruito nel 1956-57 in occasione della mostra “Interbau International Building”, progettato dall’architetto Bruno Grimmek.

L’edificio è stato casa della cultura e centro di documentazione degli Stati Uniti, diventando epicentro, durante gli anni della divisione tedesca, delle ribellioni del 1968, in special modo connesse con la guerra in Vietnam e in Cambogia, dove la durezza degli scontri produsse danni ingenti al palazzo, divenuto simbolo della presenza USA, poco gradita anche agli oppositori della Berlino Ovest.

Chiusa nel 2006 e rimasta inutilizzata per molto tempo, verrà riaperta, riportata a nuova vita proprio dalla Fondazione C/O, che trasferirá al suo interno il suo progetto, abbandonando l’edifico delle vecchie Poste, tanto da meritarsi nel 2015 il premio di una importante istituzione, la Bund Deutscher Architekten, per la sensibilità con cui il lavoro di recupero e riutilizzo fu messo in opera.

Spero di averti incuriosito a sufficienza e presto di poterti accompagnare in uno di questi spazi e raccontarvti con maggiore dettaglio la loro storia e quella dei quartieri nei quali sono situati!

C/O Berlin: Hardenbergstr. 22-24, 10623 Berlin

 

Per prenotare un tour fuori dalle rotte classiche: Tour a Berlino

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