Berlische Galerie

DA LIPSIA A BERLINO: INTERVISTA A GIULIA DI “LETTERE DA BERLINO”

Ho conosciuto Giulia tramite il suo blog Lettere da Berlino. Un blog che mi ha colpito perché e’ diverso dalla massa di blog e magazine nati più che altro sulla scia dei riflettori puntati su Berlino, e per questo spesso piuttosto banali e dediti più a rincorrere i clic che i contenuti. In questa intervista Giulia racconta il suo rapporto con Berlino e con Lipsia, città a cui è molto legata e che, secondo me, dovrebbe essere più valutata e visitata!

“LETTERE DA BERLINO”, LA GERMANIA DI GIULIA

Come mai sei „finita“ in Germania?

Sono finita in Germania perché avevo studiato il tedesco e grazie al professore mi sono appassionata a questa lingua, e quindi mi sono laureata in tedesco. Mi ero appassionata anche alla cultura tedesca per cui avevo già deciso di trasferirmi in Germania una volta laureata.

In che anno sei arrivata a Lipsia e come ma questa scelta un po’ controtendenza, dal momento che la meta ambita dai più è Berlino?

Nel 2004. Berlino non mi piaceva, a priori, senza un motivo particolare. Forse proprio perché tutti volevano andarci, non amo cose di massa. Inizialmente sono andata a Monaco e in altre città, poi tramite un amico sono arrivata a Lipsia e ci sono rimasta circa 4 anni.

Memoriale Sovietico Treptower Park - Foto di Giulia Camarda

Memoriale Sovietico Treptower Park – Foto di Giulia Camarda

Da qualche anno, la stampa dice che Lipsia è un po’ la Berlino dei primi anni ’90.

Non lo posso sentire! Si dice che sarà la prossima Berlino, per la movida, per le opportunità che ci sono per i giovani, e’ una cosa che non sopporto. Lipsia non è Berlino, non sarà mai Berlino.

Lipsia somiglia alla Berlino dopo la caduta del Muro, con tanti posti vuoti e quindi possibilità di aprire spazi creativi e culturali.

Ma secondo me quella fase è già passata. Quando sono andata a Lipsia, sentivo da gente dal posto che mi dicevano che già subito dopo la caduta del Muro la città era rinata. Al centro una volta non abitava nessuno perché non ci si era occupati di restaurarlo dopo la guerra. E tanti abitavono in periferia. Il centro è rinato subito anche economicamente.

Volksbühne - Foto di Giulia Camarda

Volksbühne – Foto di Giulia Camarda

Il primo impatto con Berlino?

Terribile, perché mi mancava Lipsia, mi manca a volte anche ora. Passare da una piccola città ad una grande può essere traumatico, ma passare poi da una città come Berlino che offre tanto e tornare ad una piccola città come Lipsia penso che sarebbe ancora più traumatico. Non sarebbe facile riabituarsi a quella grandezza e a quel „provincialismo“. A Berlino non è stato semplice perché è troppo dispersiva, non ha un centro, anche la gente è diversa.

Berlino, il lavoro e gli italiani arrivati. Cosa ne pensi?

Di base penso che dipende da quale titolo di studio hai, o comunque dal tipo di lavoro fai, questo vale anche se si è in Italia. Ad esempio se sei ingegnere credo che sarà più facile trovare lavoro ovunque rispetto a chi come ma ha una laurea umanistica. Qui c’è l’aggravante della lingua: se non parli la lingua, non dico che sia impossibile trovare qualcosa, ci sono persone che con un livello di inglese scolastico trovano un lavoro, penso però che siano l’eccezione. La regola non è questa, se non parli tedesco è molto difficile inserirti. Poi a causa di questa nuova ondata migratoria verso Berlino è sicuramente più difficile emergere. Bisogna anche considerare che io devo offrire qualcosa di più rispetto ad un tedesco che ha il mio stesso titolo di studio e con la mia stessa esperienza, e non qualcosa in meno come ad esempio non conoscere la lingua.

Forum Marx und Engels - Foto di Giulia Camarda

Forum Marx und Engels – Foto di Giulia Camarda

Come ti è venuta l’idea di aprire il blog Lettere da Berlino?

Il blog ha cambiato nome con il tempo! Lettere da Berlino viene dal titolo di un libro che in realtà non mi era piaciuto, e il cui esatto titolo è Lettere a Berlino. Il libro era ambientato nella Berlino Est degli anni della DDR e ho voluto giocare un po’ con il titolo. E’ nato nel 2006 durante un turno di notte al call center a Lipsia dove lavoravo, di giorno lavoravo in una pizzeria e di sera nel call center. Ero sola e non conoscevo nessuno, amici e parenti erano a Palermo e per creare un contatto ho iniziato a scrivere il blog.

Alla fine penso che gli amici non l’abbiano mai letto, ma ho conosciuto molte persone nuove. Poi c’è stata una fase di evoluzione e sul blog scrivo spesso di Berlino e della vita qua per sfatare certi luoghi comuni.

Quale è la difficoltà che si incontra vivendo in un altro Paese, nel nostro caso la Germania e Berlino?

La cosa più difficile è la competenza linguistica. Io ho studiato tedesco all’università per cui già lo conoscevo. Ora anche dopo 10 anni che abito qua, comunque quando parlo tedesco non sarò mai Giulia al 100% perché ci sono cose che non riesco ad esprimere in una lingua che non sia la mia lingua madre. Ci sono sfumature lessicali che mi mancano, e questa perdita lessicale fa sì che perda anche parte del mio carattere, non mi sento veramente me stessa al 100% quando parlo tedesco. E’ questa secondo me la cosa più brutta, ad un certo punto devi anche accettare questa cosa, che comunque è difficile.

A Berlino non mi sento straniera, è una città multiculturale, secondo me è più difficile trovare un “Berlinese DOC“, non mi sono mai sentita discriminata nemmeno a livello lavorativo.

Lo sviluppo di Berlino: in che direzione sta andando la città?

Non lo so, ma ho paura che stia perdendo un po’ della sua identità. Ho paura che un po’ si stia amalgamando tutto, con questa gentrificazione, pian piano si stanno perdendo tutte queste piccoli identità dei differenti quartieri. La bellezza di Berlino è anche questa: ogni quartiere ha una propria identità indipendente, e questa caratteristica si sta un po’ perdendo. Questo mi dispiace. Penso però che sia inevitabile.

Treptower Park

Treptower Park

Quali sono i posti a berlino da vedere assolutamente?

Di sicuro il memoriale sovietico a Treptower Park, perché è monumentale in tutti i sensi, appena entri ti toglie il fiato. Non è solo un monumento, è molto di più. Inoltre è davvero ben curato. E’ davvero bello, oltre che un simbolo del passato più o meno recente.

Un quartiere che mi piace molto è Fridenau nel distretto Schöneberg-Tempelhof. Un tempo era il quartiere letterario, perché ci abitavano molti scrittori e poi lo trovo caratteristico con le sue stradine e villette. Ha molto verde, è tranquillo, dei bei cafe. Poi ha comunque una strada principale con negozi e locali che fa da contrasto a queste stradine. Mi piacerebbe abitarci.

4 commenti

  1. NonPuòEssereVero in 26. Ottobre 2016 il 13:10

    Bellissima intervista 🙂

  2. Erica in 15. Febbraio 2016 il 20:44

    Fridenau è davvero bellissimo! Ottimo consiglio e interessantissima intervista!

    • Marta Nuzzo in 15. Febbraio 2016 il 20:52

      Grazie! Si’ Fridenau e’ da scoprire

  3. elvira lima in 2. Febbraio 2016 il 19:34

    Carissima Giulia, che piacere sentirti parlare da donna, avendoti conosciuta ragazza discolona, ma curiosa intellettualmente e sempre divertente! Il mondo ora è vostro, e ve lo abbiamo lasciato un poco malconcio, mi rendo conto che forse per noi è stato un poco più facile trovare la nostra strada … Un bacio grosso dalla tua vecchia professoressa

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